Dalla parte degli artigiani
riceviamo e pubblichiamo
Opere dell’ingegno: sconfitta, successo o immobilità?
Il Consiglio del I Municipio del 2 marzo ha bloccato una delibera che, grazie anche alla campagna stampa degli scorsi giorni, si temeva potesse portare all’invasione di “bancarelle” e “paccottiglia” nel centro di Roma.
Si trattava, in realtà, della concessione di spazi per “mostre mercato” riservate a categorie molto diverse, dal biologico all’antiquariato, dal collezionismo alle opere dell’ingegno. Questa ultima categoria è quella che noi rappresentiamo, difendiamo e promuoviamo: ci potremmo semplicemente considerare artigiani, se questo termine non avesse da tempo perso il suo significato originario. Con la nostra passione, creatività e manualità realizziamo piccole produzioni di oggetti artistici, pezzi unici e irripetibili , lavorati singolarmente con la cura e l’attenzione che caratterizzano il tanto decantato “made in Italy”. Non potendo competere con le produzioni industriali, l’unica possibilità di commercializzazione dei nostri prodotti è la vendita diretta, che effettuiamo nelle mostre mercato da noi stessi organizzate.
Malgrado i riconoscimenti ottenuti sul campo e le pacche sulle spalle dell’amministrazione, nel I Municipio gli spazi a noi riservati si sono progressivamente ristretti, fino a ridursi ad una mostra mercato al mese, di 15 postazioni in Largo S. Giovanni de Matha, ottenuta vincendo un bando ormai scaduto da due anni.
Ora delle associazioni di Cittadini e di commercianti del centro storico fanno pressione perché anche questo spazio ci venga tolto.
Siamo consapevoli che la crisi economica ha aggravato la situazione delle botteghe artigiane del centro, portandole a sfratti, fallimenti o a trasformarsi in negozi di articoli d’importazione, spesso realizzati da lavoratori sfruttati, ma non vogliamo essere noi il capro espiatorio da sacrificare, nella speranza di una sorte migliore. La presenza delle nostre mostre mercato nel Centro Storico non costituisce una concorrenza per le botteghe, bensì una testimonianza dell’esistenza in vita dell’artigianato a Roma, in contrapposizione, questo sì, alla paccottiglia che straripa dagli innumerevoli negozi e chioschi di souvenir che noi per primi troviamo quantomeno degradanti.
La presenza per 4 giorni in un mese di 15 creatori di opere dell’ingegno che lavorano sul posto e offrono artigianato di qualità non può arrecare danno ne’ alle botteghe ne’ ai residenti; può invece essere occasione di riscoperta di una realtà che sta sparendo, un modo per far vivere luoghi tradizionalmente legati all’artigianato, e che, in nostra assenza sono comunque, nella migliore delle ipotesi, scenario della tanto temuta “movida”.
Nel consiglio municipale di oggi questi concetti sono stati accolti da quasi tutti i consiglieri, indipendentemente dall’orientamento politico. Le sole resistenze raccolte, per quanto riguarda la nostra realtà, sono venute da chi vuole imbalsamare il centro storico per preservarlo da un degrado che in realtà alimentano eliminando ogni forma culturale non omologata.
Visto l’ampio consenso circa la necessità di trovare una soluzione alla nostra situazione, anche svincolandola da altre realtà che poco hanno a che fare con noi, sono stati presi impegni perché venga creato un nuovo bando specifico per la nostra realtà. In questi anni abbiamo ascoltato tante promesse; la nostra unica merce di scambio é la qualità del nostro lavoro e speriamo che questa volta possa bastare per essere trattati con dignità.
In ogni caso non saranno ne i pregiudizi ne i preconcetti a costringerci a cambiare mestiere. da sempre cerchiamo di comunicare attraverso il lavoro delle nostre mani dei valori e con la stessa pazienza con la quale forgiamo un materiale per fabbricare un oggetto, riproporremo la nostra scelta di vita convinti del valore aggiunto della nostra esperienza al di là di ogni opinione faziosa…