Frammenti 2010 – Il tema
In questo scenario, dunque, il futuro è praticamente sparito dai nostri orizzonti culturali. Da alcuni decenni oramai il presente è diventato egemonico, esso non è più il semplice frutto della lenta maturazione del passato, non lascia più trasparire i lineamenti di possibili futuri, ma si impone come fatto compiuto, schiacciante, il cui improvviso sorgere fa sparire il passato e satura l’immaginazione del futuro. Ci sono soluzioni o uscite di sicurezza? Per rispondere, Augè scruta lucidamente le molteplici dimensioni della globalizzazione nei suoi aspetti politici, scientifici e simbolici. E abbozza elementi di speranza.
Frammenti 2010 parte perciò da questo interrogativo: dove possiamo ritrovare il tempo per immaginare, progettare e costruire il nostro futuro?
Arrivato alla sua decima edizione, il festival e tutte le realtà che lo hanno accresciuto e contaminato negli anni, si trova di fronte ad una tappa fondamentale della propria esistenza. Per coronare una fase così importante e cruciale della manifestazione, si è deciso tuttavia di non rivolgere nostalgicamente lo sguardo verso il passato, ripercorrendo le esperienze accumulate come in un “amarcord”.
La decima edizione di Frammenti vuole invece utilizzare i dieci anni sin ora trascorsi come una risorsa dalla quale attingere, per proiettare le proprie idee e i propri stimoli verso il futuro. Un festival che vuole immaginare e progettare un mondo che sia da pensare e non da consumare, dove poter attuare, tramite la riflessione e la partecipazione, strategie di cambiamento.
E sarà l’arte il veicolo tramite il quale Frammenti cercherà di creare futuro. L’arte, misurandosi con le sue capacità di stabilire relazioni, trova nella rappresentazione pubblica la sua potenza simbolica e il suo impatto sociale. Senza referenti o pubblico, l’arte attesta una solitudine assoluta ed inutile. Frammenti vuole creare uno spazio sociale dove arte e pubblico creino comunicazione, circolazione e fruizione. Un luogo del linguaggio ma nello spazio, dove essere radicati nel tempo, dove scardinare lo stato attuale di durevole provvisorietà, nel quale il riferimento al passato è abolito e quello al futuro è bloccato. Un luogo dove non si perda l’attitudine ad impegnarsi nel gioco della vita perché tutto ci conferma che ne siamo esclusi, un luogo dove creare una nuova narrazione basata sull’avvenire, un luogo dove pensare al plurale.
A Settembre Frammenti ritornerà ad essere un villaggio multidisciplinare, in cui scambiare esperienze, storie, forme di espressione, soluzioni già avviate oppure ancora da collaudare.