Le due città
Ci sono due città ormai.
C’è la città lontana, quella distante da tutto e da tutti. La FRASCATI che vuole essere semplicemente un gioiellino, la Frascati che pensa solo a specchiarsi, che bada solo alle panchine, alle rifiniture. La città che vive di polemiche inutili, di amministratori che si fanno fotografare dai giornali locali durante l’inaugurazione dell’ennesimo pseudo-casinò. La città che si preoccupa di rispondere alle sterili campagne dell’opposizione, perché tutto poi si conta con i voti. La Frascati che ha perso aderenza, fascino, che non ha il coraggio di osare. La Frascati che si accontenta di tutto, e che si sveglia solo per una linea blu di parcheggio, per un rumore molesto.
Poi c’è un’altra città. Una città che vive, che respira. Una città che è fatta di belle e brave persone. Una città che parla un altro linguaggio, che si confronta, che dialoga, che guarda avanti. Ed è la Frascati delle associazioni nate con lo scopo vero di aggregare. E’ la frascati delle persone, dei giovani, dei signori e delle signore, degli anziani, dei bambini. E’ la Frascati che vuole l’eccellenza, che vuole promuovere un turismo e una cultura sostenibile. Una città che sa chiedere, progettare, costruire. Una Frascati che non si accontenta. E’ la Frascati delle piccole cose, la Frascati che sa sorridere, che vuole socialità. La città che prima di tutto sente il bisogno di dialogare.
Dobbiamo essere la maggioranza, non per sentirci più forti o per dominare, ma per sentirci meno soli. Perché anche se non si vede, siamo in tanti