Occhio pigro note di regia
OCCHIO PIGRO
voglia di show
Con Emanuele Capecelatro, Valerio De Angelis, Mauro Fanoni, Alessandro Margari
Pupazzi Isaura Bruni
Assistente al dramma Mattia Cianflone
Direzione tecnica Igor Renzetti e Andrea Illuminati
Produzione Semintesta_Teatro
Organizzazione Off Rome
Regia e drammaturgia Matteo Davide
Note di regia
“Quando ero bambino c’avevo l’occhio pigro. Mi facevano mettere una benda sull’occhio buono, quello che ci vedeva bene. Mi vergognavo, non volevo più uscire, avevo paura che tutti mi prendessero in giro. Poi ricominciò la scuola. Arrivai in classe con la mia benda, a testa bassa, quasi nascondendo il viso. Quando entrai in classe mi accorsi di un fatto straordinario: tanti dei miei compagni portavano come me dei segni sulla faccia. Chi portava la benda come me, chi solo gli occhiali, chi l’apparecchio mobile ai denti, chi quello sopra e chi quello sotto. Eravamo tutti degli splendidi cessi. Solo allora capii che andava di moda sfottere i bambini sani. ”
Occhio pigro è uno spettacolo che cerca di raccontare la vita vera. La mia vita vera. Ma soprattutto la mia infanzia, la nostra infanzia. Occhio pigro, da tentativo autobiografico si trasforma subito in qualcos’altro, per diventare immediatamente una favola. Gonfiare, esagerare al massimo gli avvenimenti, raccontare agli altri la propria storia aggiungendo e inventando particolari. Far finta che siano successi avvenimenti straordinari. Quindi Occhio pigro è una favola. E’ la favola di un uomo, un aspirante barone. Quest’uomo probabilmente si chiama Arturo. Diciamo probabilmente perché nemmeno il suo nome è cosa certa. Non è facile distinguere il vero in mezzo a tutte le sue invenzioni. Arturo grazie al suo occhio pigro, scopre un mondo tutto suo e inizia a vedere le cose con un altro tipo di sguardo. E tutte le cose che prima gli apparivano “normali” ora sono diverse e più interessanti da raccontare. Arturo inventa un’isola, un mondo pigro tutto suo. E questo mondo sarà popolato da pupazzi, da immagini sfocate e da personaggi fantastici.
Occhio pigro è una finta autobiografia. Un falso e bugiardissimo testamento.
Occhio pigro parla sottovoce, dietro le quinte.
Occhio pigro passa come una canzone alla radio.
“Ti ricordi Santì le bestemmie che dicevi? Te le ricordi? Ti ricordi quando non ti usciva la bestemmia? La trattenevi, così senza motivo, te la tenevi in bocca. Però quella era la bestemmia più bestemmia di tutti. Quella che non riuscivi a dire. Ancora mi fa ridere Santì quella bestemmia. Mi ricordo il suono, i denti stretti a contenere l’onda di odio verso il cielo. Mannaggia sant, Santì. Mannaggia Sant, Santì”.
Si ringraziano il Farenight Social Club, la Villetta di Garbatella, l’Associazione degli Arti, Alessia di Fusco, i fabbri e le loro saldatrici, il Sig. Renzetti, Ciclotech, ma soprattutto si ringrazia chi ancora non sa allacciarsi le scarpe e inciampa di continuo.
Semintesta_Teatro
Semintesta Teatro nasce come costola di produzione teatrale all’interno delle attività della stessa Semintesta, associazione culturale che opera da oltre 10 anni nel territorio di Roma e Provincia. Nel 2008 la compagnia presenta allo Spazio Z.I.P. il suo primo lavoro “Per mia grandissima colpa” performance studio sul Confiteor di Giovanni Testori. Nel 2009 portano in scena “Il Calapranzi” di H. Pinter. Sempre nello stesso anno debuttano con “Traffico”, progetto di drammaturgia scenica e di teatro d’ombre, spettacolo selezione Premio Scenario 2009. E’ del 2010 la prima traduzione italiana e la mise en space di “Over There” di Mark Ravenhill.